“Il possesso di un oggetto garantisce una qualche soddisfazione, di solito temporanea. Gli esseri umani, spinti dal desiderio, lo trasformano ai propri occhi per attribuirgli una ragione indubitabile”.
In queste parole, pronunciate da Sonia, l’altra nella relazione tra Antonio e Bettina, i protagonisti del nuovo romanzo di Camilla Baresani, si disvela uno dei nodi cruciali di Gelosia, ultima fatica della scrittrice, uscita da poco per La Nave di Teseo.

Il titolo, invero, se da una parte allude a quel sentimento, che ne pervade le pagine, dall’altro è ingannevole: in questo romanzo c’è di più, la realtà portata agli occhi del lettore è senza filtri e decisamente multiforme divenendo, riga dopo riga, un affresco delle possibili declinazioni (e inclinazioni) della natura umana.
La vicenda inizia con quella semplicità apparente di cui la vita spesso ci illude: Bettina, splendida “valchiria” bionda del lago di Garda, di buona famiglia e titolare di un campeggio molto ben fornito, si innamora dell’affascinante Antonio, di Anacapri (la copertina è proprio una vecchia pubblicità del luogo), un self-made man che di lei perde la testa al punto da mettere da parte il sogno inesausto di produrre fragranze e si trasferisce al nord per mettere in piedi quella che promette di essere l’esistenza perfetta.
Ma nella realtà il “vissero per sempre felici e contenti” non è quasi mai la formula risolutiva, così Antonio ben presto si ritrova a Milano per cercare di inanellare la sua personale vittoria, non quella della moglie, mentre fuori infuria la crisi economica e in casa il desiderio di diventare genitori comincia a essere messo a dura prova, perché Bettina non riesce a portare a termine le tanto agognate gravidanze.
Ecco allora che una storia di due diviene prepotentemente una storia di altri: “gli altri intesi come nemici e torturatori inconsapevoli: gli altri che telefonavano per informarsi ed esserle vicini, gli altri che l’avevano vista col pancione e nel rivederla magra ridacchiavano entusiasti: Ma allora hai partorito! Come si chiama?” e soprattutto una storia in cui si infila l’altra, Sonia – minuta, anonima – tanto diversa da Bettina ma così capace di annidarsi nel cuore e nel corpo di Antonio, di cui è inizialmente la segretaria (scelta appositamente per la sua efficienza e i tratti androgini), da divenirne poi la vera metà: colei che, unica, è in grado di comprenderlo fino in fondo.
Ma, si sa, l’amante è un ruolo difficile, che può divenire insopportabile.
Lungi dall’essere un inno al “poliamore”, della cui esistenza chi legge può però forse anche farsi convinto (il protagonista ama entrambe le sue donne), Camilla Baresani si muove sul confine labile e periglioso che fa di uno scrittore un narratore capace di assorbire la mente di chi legge: tutto infatti registra – luoghi, odori (Antonio letteralmente vive di fragranze), pensieri reconditi, contraddizioni, pulsioni, bugie e compromessi. Senza mai giudicare, e senza dimenticare il contesto storico e politico che, per quanto esterno, è in una qualche misura il motore immobile dell’azione.
Possiamo essere gelosi di colui o colei che già ci appartengono ma cui non apparteniamo del tutto (Antonio è gelosissimo di Sonia, sebbene lei non lo tradisca, dividendolo anzi con la moglie)? Possiamo volere a tutti i costi quello che il destino pare non avere orchestrato per noi al punto da non vedere i fatti per come questi sono (Bettina si affeziona a improbabili futuri figli adottivi)? Possiamo credere di addomesticare la realtà sperando che non si palesi mai per com’è (Antonio mente, mente fino in fondo)? Possiamo in definitiva “piegare” l’amore?
Un romanzo di caratura non dà risposte, ma lascia interrogativi. Così Gelosia, di Camilla Baresani.
La Bio
di Camilla Baresani
Scrittrice e giornalista è nata a Brescia e vive a Milano e Roma.
Ha scritto, tra gli altri, i romanzi:
- Il plagio (Mondadori)
- Sbadatamente ho fatto l’amore (Mondadori)
- L’imperfezione dell’amore (Bompiani)
- Un’estate fa (Bompiani)
- Il sale rosa dell’Himalaya (Bompiani)
- Gli sbafatori (Mondadori)
- Gelosia (La nave di Teseo).

Per Radio 3 ha scritto la pièce Al ristorante del buon ricordo, interpretata da Laura Betti e Massimo Popolizio. Critica gastronomica dapprima per “Il Sole 24 ore” e per “Sette” e “Io Donna”, collabora attualmente con il “Corriere della Sera” per cui firma la rubrica settimanale Roma Ghiotta. Con Sandrone Dazieri ha scritto e condotto il programma quotidiano Mangiafuoco di Radio1. Per Rai3 ha ideato il format del programma Romanzo italiano, condotto da Annalena Benini. È presidente del Centro Teatrale Bresciano. Insegna scrittura creativa alla scuola Molly Bloom.
La Bio
di Valentina Berengo
38 anni, veneziana. Scrive di narrativa per la rivista in rete minima&moralia, per il quotidiano Il Foglio, per il magazine online dell’Università di Padova Il Bo Live.
È tra i fondatori di Scrittori a domicilio, portale di presentazioni di libri e autori, di Personal Book Shopper: dimmi chi sei e ti dirò cosa leggere, progetto editoriale di consigli di lettura, e ideatrice e curatrice della rassegna letteraria padovana e torinese L’anima cólta dell’ingegnere. Ingegneri scrittori e scrittori che raccontano di ingegneri e di ingegneria.
È presentatrice ai festival Rovigoracconta e La fiera delle parole e del Premio Mario Rigoni Stern e ha al suo attivo moltissime presentazioni in libreria e interviste video o radio a scrittori italiani e stranieri. È laureata in Ingegneria e ha un dottorato in Ingegneria geotecnica.
